Trama GDR

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  1. y a k a m o z
     
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    TRAMA GDR

    P r e l u d i o
    Andava tutto perfettamente, non c'erano ancora problemi sconvolgenti all'interno della Soul Society, solo secoli prima alcuni avvenimenti avevano rischiato di scalfirne le fondamenta, ma era passato davvero così tanto tempo che potevano essere contate sulla punta delle dita le anime ancora in vita capaci di ricordare anche un solo piccolo spiraglio di quello che accadde. Tutto procedeva come era giusto che fosse, come erano sempre stati abituati, loro, gli Shinigami, a vivere in pace, nella Corte delle Anime Pure riservata unicamente per loro. Con il passare degli anni andava a finire che le varie divisioni diventavano più delle famiglie che un corpo di estranei con cui esisteva solo un rapporto lavorativo. Era chiaramente impossibile che fosse così. Nessuno probabilmente sospettava quello che sarebbe sorto nel giro di così poco tempo, perché tutto funzionava alla perfezione, forse pure troppo.
    Il tutto si sviluppò rapidamente, non più di qualche anno fa, due al massimo, e le cause di quella che fu una delle più rovinose disfatte della Seireitei ancora non sono state trovate, e le motivazioni che hanno spinto tanti alla cruda follia di quei giorni urlanti sembrano ora ricordi sbiaditi, come lacrime asciugate dal sole.
    Il primo segnale della rovina giunse con l'agghiacciante notizia della morte di uno dei capitani del Gotei, qualcosa che non si verificava da così tanto tempo che in realtà è impossibile dire quanto la cosa sconvolse gli animi dei vari Shinigami. Il capitano Futuzaro Kenpachi, capitano dell'undicesima compagnia era morto in circostanze misteriose in una missione all'interno del settore nord-orientale del Rukongai, nei distretti meno abbienti. Le cause della morte non furono identificate, ma venne esclusa a priori la possibilità che uno Shinigami di quel calibro potesse essere stato eliminato da un gruppo di comuni banditi. Inizialmente l'idea di un qualche tipo di Hollow talmente potente da schiacciare persino il potere di un capitano poteva essere una delle possibili ipotesi che attanagliò la mente del Gotei, gettando in allarme le varie divisioni; tale ipotesi andò a dissiparsi nel momento in cui sul corpo del defunto, prima che la Reishi confluisse completamente nella Soul Society, furono trovati i chiari segni delle ferite generate da una Zanpakuto. La rapida diffusione delle notizie mise in luce la questione, indubbiamente le ferite mortali trovate sul corpo del capitano dell'undicesima compagnia non potevano che essere state lasciate da una Zanpakuto, l'assassino doveva essere chiaramente uno Shinigami. Com'era chiaro che accadesse, non ci volle che una manciata di giorni perché la paura e il sospetto si diffondessero e poi.. fu solamente il caos.


    atto I
    Per quanto la situazione fosse problematica e difficile da accettare per gli Shinigami, furono per lo più i membri dell'undicesima brigata, quelli a subire maggiormente gli effetti della morte del loro Capitano, quella persona che spesso avevano seguito anche a costo della vita. In quella missione il capitano però era andato solo, senza portarsi dietro nessun subordinato, non tanto per incoscienza o per ingratitudine, lui era fatto così, non voleva che altri lo intralciassero nella battaglia, cose che solamente i componenti più stretti e vicini all'ideologia della compagnia stessa potevano comprendere così attentamente. L'undicesima brigata, la compagnia d'assalto, sempre sulla prima linea, sempre pronti a battersi. Il tenente della divisione, anche in quel tempo, era Ritsuko Dekidame, una donna determinata e legata al proprio capitano da un vincolo strettissimo, come quello che lega un padre alla figlia devota, e la morte di quell'uomo, lei, lei sopra ogni altro, non poteva tollerarlo. E l'odio inizio a risvegliarsi negli ufficiali dell'undicesima, mentre il sospetto continuava a sollevarsi, poco per volta. Le indagini continuarono a lungo, ricognitori inviati dalla seconda, dalla nona e dall'ottava brigata si destreggiavano a ricercare qualunque forma d'indizio utile. Anche tra i Capitani rimasti calo una tensione non indifferente, e quelli che prima riuscivano a stento a sopportarsi rischiavano di finire per lo scontrarsi pericolosamente in liti e discussioni che non portavano a niente, come se qualcuno tramasse nell'ombra per gettare confusione sui loro animi, per renderli ciechi. Le riunioni tra i vari capitani si fecero più frequenti, convotate in via straordinaria dall'allora capitano della prima compagnia, Sanjumi Tsuchikashi, il quale intendeva porre un freno alla difficile crisi che essi dovevano affrontare. Al momento le attività, le missioni e gli incarichi venivano ancora svolti assiduamente e la funzionalità del Gotei non aveva perso il suo prestigio.
    Due settimane, poco più di una quindicina di giorni, e l'aria respirabile all'interno della Seireitei era divenuta nociva, quasi tossica, lo sconforto, i dissapori, vecchi conti in sospeso, una polveriera pronta ad esplodere. Si sparse la voce che l'allora Capitano della decima compagnia, Ryousuke Nashimiru, avesse avuto di che lamentarsi con il Capitano dell'undicesima qualche giorno prima della sua missione, poco prima che morisse. E le accuse si fecero più gravi, con il passare del tempo mettendo in difficoltà la sua posizione; quali fossero gli indizi, però, che ne dimostravano la colpevolezza, forse infondata, non venne mai reso noto. Un colpevole, un presunto tale, un'ipotesi più probabile di tante altre, un qualcuno su cui riversare la colpa. Chiaramente questo non mise molto a sgusciare scivolando fino ad orecchie tese in ascolto di novità; indubbio che la cosa raggiunse nuovamente l'undicesima compagnia, toccata molto più da vicino. Fu allora che luogotenente, Ritsuko Dekidame, frustrata dalla disperazione e dalla collera fece l'unica cosa che il suo cuore le urlava di compiere e si gettò all'assalto della decima con l'intento di vendicarsi.


    atto II
    Iniziò così la battaglia più rovinosa che il Seireitei affrontò, più micidiale di qualsiasi assalto mai respinto, una battaglia intestina che lacerò violentemente quelle stesse fondamenta della Soul Society che avevano resistito sino a quel momento. Iniziò tutto così, con un semplice colpo di spada, il cozzare delle lame intento a risuonare in quella notte in cui si compì la strage. Ritsuko Dekidame accompagnata dal terzo seggio dell'undicesima brigata mosse una violenta offensiva che spinse gli ufficiali della decima a contrastarli con violenza, facendo di tutto per evitare che il loro capitano potesse morire in una disputa fondata su dicerie e sulla menzogna. In difesa della decima brigata giunse pure la settima, poiché i due capitani erano sempre stati legati da un forte sentimento di amicizia, la potenza di entrambi schiacciò senza difficoltà eccessiva le difese degli ufficiali dell'undicesima brigata. Il primo a bagnare con il proprio sangue il terreno fu il loro terzo ufficiale ammazzato, dell'undicesima, il rispettivo tenente poco lontano in punto di morte, ferita terribilmente. E tutto si sarebbe concluso in quel piccolo scontro da poco se non fossero sopraggiunte altre compagnie sul luogo. Alcuni membri della terza divisione, capitanata a quei tempi da Roku Kotetsu, e dellla nona brigata, guidata da Kisane Hizakagi, giunsero immediatamente, guidati in quel punto a seguito dell'innalzamento della reiatsu dei vari contendenti, indignati per quella loro mancanza di controllo. Indignati per quei capitani, del loro stesso grado che avevano deliberatamente eliminato un membro ufficiale del Gotei, stesso. Spinti da motivazioni piuttosto personali Roku Kotetsu e Ryousuke Nashimiru erano sempre stati in contrasto tra di loro, nessuno sapeva a cosa imputare tanta determinazione a volersi contrastare a vicenda, si detestavano, era risaputo. Quel momento portò i quattro capitani a scontrarsi, coinvolgendo nella battaglia anche i sottoposti più vicini. L'esito dopo pochi minuti di battaglia fu devastante. La sede della decima compagnia venne completamente rasa al suolo, colonne, edifici e la pavimentazione vennero sdradicate completamente, la stima dei morti e dei feriti gravi aumentò vertiginosamente, il tenente della nona, il tenente della decima e il terzo seggio della settima e della nona compagnia caddero vittime di questa battaglia insensata, che sarebbe continuata ancora, per tutta la notte.

    atto III
    Lo scontro tra capitani appartenenti al Gotei 13 era quanto di più inaccettabile vi fosse per il comandante generale della prima divisione, il quale si trovò ad apparire sul fronte di battaglia per cercare di frenare lo scontro portato avanti così impunemente fino ad allora, per impedire che altri danni si potessero abbattere sulla Soul Society e sulla reputazione dei condottieri che avrebbero dovuto guidare la pace e l'armonia, i detentori di quell'autorità che li rendeva capaci di controllare l'equilibrio tra i vari mondi. A parole non ci sarebbe stato verso di frenarli, sarebbe dovuto scendere in campo e mostrare la propria abilità, per abbattere coloro che andavano disubbidendo ai suoi ordini. Si vocifera che la concentrazione di reiatsu in quella zona del Seireitei fosse diventato talmente saturo da spezzare i confini dimensionali, incrinando aperture nello spazio, nell'aria, al punto tale che anche agli ufficiali di rango più elevato risultò impossibile avvicinarsi a quel luogo. Nessuno sa esattamente come si svolse, i ricordi sono divenuti sbiaditi, quello che è certo è che all'alba, le ombre scure ed altissime che si erano generate con il rilascio delle portentose zanpakuto dei capitani vennero meno. La battaglia fu devastante e pure parte della nona, della settima, dell'ottava, dell'undicesima, della tredicesima e della dodicesima brigata si trovarono coinvolte almeno in parte nella devastazione delle proprie caserme. La conta dei morti fu tragica, altri sottoufficiali erano stati coinvolti, il tenente della prima compagnia, il terzo seggio della settima, erano stati schiacciati dallo scontro. Ancora più straziante fu rinvenire il capitano della terza brigata Roku Kotetsu, eliminato e, poco lontano, il capitano della prima compagnia, il grande generale, il coordinatore di tutte le operazioni, morto, defunto, improvvisamente. Il corpo più organizzato e strutturato di tutta quanta la Seireitei si trovava senza una testa, privata di elementi incredibilmente validi. Prima che i soccorsi potessero giungere sul posto i capitani della decima e della settima divisione erano spariti, il tenente della settima e il terzo seggio della decima vennero messi agli arresti, all'interno della prigione detentiva qualche giorno dopo le loro cure. I sopravvissuti di questa battaglia furono così compromessi che per molti fu davvero dura ritrovare la forza per ricominciare, altri ancora non l'hanno trovata. Vennero dati vari nomi a questa battaglia insulsa, tanti aggettivi, negli annali questo scontro spaventoso sarà comunque citato come: la battaglia dell'Aurora Insanguinata, la più tremenda catastrofe che la Soul Society abbia avuto modo di ospitare.

    atto IV
    Furono subito portati soccorsi da parte della quarta divisione a tutti coloro fossero rimasti coinvolti, feriti o mutilati nella battaglia, i primi attimi prima dell'arrivo dell'alba, quando la notte è più buia, non si poteva che pensare a questo, lo sconforto e il lutto terrificante che sarebbe seguito nelle ore successive era accantonato, bisognava agire, rapidi, alla svelta, in squadra. La sesta compagnia e la seconda cercarono in vari modi di ritrovare le tracce dei capitani scomparsi, fuggiti dalla Soul Society, attraversato il passaggio con l'altro mondo probabilmente erano già divenuti introvabili. Le ricerche furono vane, il capitano della nona compagnia sarebbe stato sottoposto ad un processo e così come lui, tutti gli ufficiali di rango superiore al quinto seggio, sarebbero stati richiamati uno alla volta, di quelli rimasti, chiaramente. Solo con le prime luci del sole si raccolsero i corpi dei caduti, e nei giorni seguenti furono rivolte loro le adeguate onoranze funebri, mentre gli operosi Shinigami della quarta divisione cercavano di fare il possibile per salvare il maggior numero di feriti, per quanto gravi fossero. L'80% di loro riuscì a cavarsela senza riportare ferite gravi, gli altri morirono o rimasero vistosamente sfigurati. La terribile situazione che si era aperta sulla Soul Society si riversò sui capitani rimasti come un macigno indistruttibile, schiacciandoli di responsabilità e di indolenze, la comprensione di quanto realmente sconvolgente sarebbe stata da allora la situazione ancora non aveva sfiorato l'anticamera del cervello di nessuno dei componenti più valenti del Gotei. Si arrivò quasi a pensare di abolire il corpo delle varie divisioni per riconvertirlo in un altro settore esecutivo dell'esercito, ma la proposta venne indubbiamente bocciata. Nel giro di poche settimane anche il capitano della quinta divisione, Natsuki Samukeri, morì. Misteriosamente, si dice per malattia. Molti imputarono la cosa ad un suicidio o ad un malore improvviso, dicevano di lei che fosse morta per crepacuore, per via della morte del capitano della terza brigata, che era suo marito. Non si poteva continuare su quella linea di condotta, altrimenti il Gotei sarebbe sprofondato nel nulla, risucchiando in un vortice di anarchia l'intera Soul Society ed infine i vari mondi. Ci fu una forte presa di potere da parte dei capitani rimasti, che si spartirono la gestione delle compagnie rimaste senza capitano, e furono finanziate dalle famiglie economicamente più abbienti le ricostruzioni per le caserme devastate. Venne decretato un bando che vietava per qualche tempo l'accesso all'accademia Shinigami, e le missioni che dovevano condurre allo sterminio degli Hollow dovettero essere dirottate. Il Kidoshu, il corpo del Kido, decise di unirsi come affiliato alle forze del Gotei per impedire che questo crollasse. Alcuni agenti delegati si occupavano delle minuzie e dei compiti più inutili, lasciando ai membri delle tredici divisioni il compito di rimettersi in piedi. Chiaramente fu qualcosa di complicato, molte compagnie non desideravano trovarsi sotto il controllo di capitani che non fossero quello per cui avevano combattuto fino a quel momento, e l'idea di ridurre le brigate da 13 a 7 - una voce che circolava da qualche tempo - rendeva le operazioni piuttosto complicate. Per quanto avrebbero potuto resistere così, chi si era trovato a perdere ogni cosa, si sarebbe realmente alzato in piedi una seconda volta?

    atto V
    Due mesi e le operazioni di ricostruzione furono ultimate, e nuove infrastrutture furono implementate alle caserme precedenti, vi erano ancora parecchi posti vacanti all'interno del Gotei, ancora smembrato, ma le compagnie erano tornate salde, unite, legate, il dissenso, la paura, la diffidenza, la gelosia, la furia, la rabbia e le incomprensioni erano andate scemando, riuniti tutti nel comune bisogno di resistere ancora. Cosa accadde in questo lasso di tempo ai due capitani fuggiti per loro fu impossibile saperlo, troppo impegnati a cercare di colmare il vuoto venutosi a creare. Le compagnie rimaste senza capitano contavano comunque dei luogotenenti o dei terzi seggi forti e dalla volontà solida, cercavano di gestire la compagnia al meglio delle proprie possibilità, in vece del capitano ancora vacante. Le compagnie più lacerate risultavano ancora la decima e la settima, i loro precedenti capitani erano stati etichettati come traditori della Soul Society e i vari omicidi dei capitani vennero attribuiti unicamente a loro. La camera dei 46 ancora va cercando un degno sostituto per il capitano generale della prima compagnia. L'idea di richiamare alcuni uomini ufficiali dalla divisione zero aveva sfiorato la mente di alcuni anziani, ma quella compagnia era sotto diretto controllo del re e non avevano potere decisionale alcuno su di loro. Ancora si brancolava nel buio, seppur qualche lume di speranza ancora brillava forte e saldo. Le compagnie che avevano reagito meglio allo scontro interno della Soul Society cercavano di distribuire con attenzione il lavoro in modo che le compagnie meno agiate avessero modo di recuperare con i propri ritmi. In assenza dei capitani, erano i capitani di altre compagnie che dovevano presentarne le richieste al consiglio o che dovevano prendere atto di alcune decisioni da proporre poi alle compagnie stesse, come dei tutori momentanei. Nel giro di poco, contro ogni aspettativa, le missioni ripresero, ma il numero crescente di Hollow era aumentato drasticamente e l'equilibrio tra i vari mondi era sull'orlo del collasso. Le missioni vennero riaperte con urgenza, inoltre la mancanza di personale, spingeva sempre di più a cercare il permesso di riaprire le porte dell'accademia. Di norma il consiglio dei 46 non dovrebbe avere nessun potere decisionale sull'accademia, cosa che spetta al capitano della prima compagnia, ma viste le condizioni era normale che qualcuno si abrogasse il diritto di decidere le nuove norme. Al momento si stanno organizzando delle squadre di Shinigami adeguati all'insegnamento all'interno dell'accademia, visto il bisogno di nuovi Shinigami probabilmente il tempo di addestramento all'accademia potrebbe risultare inferiore. Potrà essere vagliata l'idea di affidare missioni di basso rango anche ai giovani aspiranti Shinigami per contrastare l'orda di spiriti maligni riversatasi nei vari mondi.


    nel frattempo sulla terra..
    Gli ex- capitani della Decima e della Settima compagnia del Gotei 13 hanno trovato rifugio nel mondo dei vivi, all'interno della città di Karakura, a circa 100 km a nord di Tokyo, una piccola prefettura discreta in cui negli ultimi tempi si sarebbe sviluppata una forte attività spirituale, adeguata per mascherare la reiatsu a quella delle anime presenti nel mondo terreno, senza destare sospetto. Incolpati senza prove certe, a vivere una vita da reietti, feriti, distrutti dalla scontro. Ancora non è ben chiaro come siano riusciti a fuggire, forse per pure colpo di fortuna, riuscendo ad attraversare il passaggio spirituale tra i due mondi in un lasso di tempo decisamente breve. Soli, divisi dai propri ufficiali che li avevano sostenuti sino a quel momento, giudicati come vermi alla stregua degli Hollow da eliminare, martoriati nell'anima come nel corpo. Avevano bisogno di trovare un luogo sicuro per riprendersi, per recuperare le forze e per organizzare una nuova vita all'interno di Karakura. Non conoscevano nessuno, e poche volte si erano recati nel piano del mondo devi vivi, per affrontare -forse decine di anni prima - delle missioni di rango adeguato al loro. Capitani del Gotei. Mantennero nascosta la loro posizione trovando in pochi giorni un possibile nascondiglio, una vecchia fabbrica abbandonata, poco distante dal centro città, potevano utilizzarne il magazzino sotterraneo ed ampliarlo andando ad utilizzare i condotti idrici cittadini per ricreare una sorta di caverna sotterranea. Vennero imposti kido di alto livello, delle barriere di restrizione che rendessero impossibile la percezione di Reiatsu, e restarono lì, inizialmente senza un vero e proprio obbiettivo. Del resto non avevano più niente, abbandonati e considerati traditori, senza motivazione, mentre lo sporco bugiardo che poteva ritenersi il responsabile poteva ancora trovarsi all'interno della Soul Society, per quanto ne sapevano loro. Fu un'ardua scelta ma decisero che prima o poi sarebbero tornati nel mondo da cui provenivano, avrebbero acquisito il controllo del Gotei per impedire che mai più Capitani e compagni dovessero tradirsi a quel modo, avrebbero imposto il loro comando sull'intero Seireitei, spodestando anche il consiglio dei 46 se necessario e forse pure la famiglia reale. Non avrebbero permesso più a nessuno di gettare tutto nel caos, sfruttando il caos stesso come arma per ristabilire la pace, a costo di muovere nuovamente battaglia contro gli stessi fratelli Shinigami dai quali oramai erano considerati meri traditori. Modificarono il colore della divisa da Shinigami in un rosso vermiglio, non più nero, il rosso della furente passione, del sangue sparso inutilmente, del furore mostrato e dell'indignazione provata per essere stati ritenuti gli unici colpevoli. Avrebbero trovato il modo di reclutare altri Shinigami, in un modo o nell'altro, per evitare imprese suicide, utopia si ripetevano, che sarebbe scesa sulle teste dei nemici come un'ascia tagliente, guidata con saggezza.



    Edited by y a k a m o z - 23/6/2013, 15:55
     
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